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Fondazione ITS AMMI forma professionisti e cittadini del futuro
Progetti
21 Apr 2022

Heritage digitalizzato e libertà di pensiero

Fondazione ITS AMMI forma professionisti e cittadini del futuro

Pierpaolo Massone | Fondatore Essence Academy
 

I barbari sono alle porte. Ce lo ripetono da decenni, paventando la contaminazione di una presunta civiltà esclusiva e identitaria. Ma la capacità di far propri gli aspetti migliori delle culture “barbare” fu uno dei fattori della grandezza dell’Impero Romano - la cui decadenza coincise con la chiusura alle influenze socio-culturali esterne (erezione del muro di Adriano, blocco della frontiera sul Danubio) (1)
Come che sia, la nozione di un sapere “alto” sotto assedio e da preservare ad ogni costo pervade ogni aspetto della società italiana. La nostra è diventata una terra di “custodi” di conoscenze esclusive, troppo complesse per essere appieno divulgate. Una nazione di funzionari e commissari, sovrintendenti e sottosegretari, togati e prelati. Nei ministeri come nei monasteri, l’opacità è sovrana e l’accesso alla conoscenza sempre mediato da qualche guardiano della verità. I corpi intermedi e gli apparati burocratici sono ubiqui, Idra autoreferenziali che non hanno ancora deciso se trattarci come sudditi o cittadini. “Even well meaning gatekeepers slow innovation” ha detto Jeff Bezos – figurarsi quelli con cattive intenzioni.

Così, non stupisce che la scuola italiana sia cristallizzata da un secolo (legge Gentile del 1923), e abbia condannato intere generazioni ad un processo di apprendimento gerarchico (preminenza degli studi teorici, rigida propedeuticità dei saperi), solitario (valutazioni esclusivamente individuali, nessun lavoro in team o sulle soft skills) e nozionistico (memorizzazione passiva di blocchi di informazione slegati fra loro, lingue moderne studiate come lingue morte). Qui nasce il baratro tra otium e negotium, fra chi sa e chi fa. Se il sapere è frammentato e libresco, e si studia solo per “il pezzo di carta”, è normale che il nostro paese sia uno dei primissimi in Europa per dispersione scolastica e disoccupazione giovanile. 
Superare il mismatch fra le conoscenze fornite dalla scuola e le competenze professionali e di cittadinanza, significa superare la nozione di apprendimento come un processo gerarchico e mnemonico. Oggi, la conoscenza utile è un processo di interazione con e fra network. La capacità di accedere alle fonti di informazione è più importante della quantità di nozioni. 

Con la digital transformation, l’informatica non è più una funzione al servizio delle altre: è la funzione centrale. Il software non è più un aiuto per chi crea valore: è il creatore di valore. Si pensi ai “suggerimenti” del motore di ricerca Google: non sono più gli umani a dire alla macchina cosa fare, ma il contrario (2). Gli umani devono chiedersi perché. Non serve più conoscenza grezza, ma un pensiero critico e creativo. Servono strumenti che aiutino comprensione e intelligenza - nel senso etimologico di vedere dentro ai fatti. Un tempo, le persone avevano opinioni diverse; oggi sembrano vivere realtà diverse. “In un mondo inondato da informazioni inutili, la chiarezza di pensiero è cruciale” (3). La digitalizzazione dell’heritage è al cuore di questa chiarezza.

Se le fonti del sapere (i documenti originali, e non la lettura che ne ha dato qualche custode) sono a disposizione di tutti, i fatti sono condivisi e ognuno può scegliere come interpretarli. La risposta a fake news e deepfake sta nella la fruibilità dei documenti che raccontano la nostra storia. Non è più una questione di acculturamento, ma di cittadinanza e libertà di pensiero.

Il percorso di ITS (Istruzione Tecnica Superiore) per diventare “Heritage Marketing Manager”, proposto a Milano e a Monza dalla Fondazione AMMI (4), forma degli specialisti digitali del marketing della cultura aziendale. 
L’approccio didattico è completamente alternativo a quello universitario: 90% dei docenti vengono dal mondo del lavoro e i gruppi classe sono poco numerosi e ben seguiti; i contenuti sono multimediali e gli strumenti digitali; l’apprendimento si fonda su workshop esperienziali e laboratori interattivi. 

Le figure in uscita sono professionisti delle digital humanities, in grado di digitalizzare e valorizzare l’unicità del patrimonio storico-culturale di un’azienda, di raccontare in modo attuale e godibile la narrativa degli imprenditori che hanno fatto il Made in Italy, un elemento cruciale del nostro patrimonio socio-culturale. 
Forse più che ogni altra, la Storia del nostro paese è la somma delle storie di singoli uomini, spesso imprenditori. Dar voce alle loro narrative, renderle fruibili anche agli utenti di Tik Tok, significa aiutarci a capire chi siamo e restituirci un pezzo della nostra storia comune. Significa spalancare i cancelli della nostra “civiltà” e cominciare a renderne obsoleti i custodi.

1 Roma e i barbari (Introduzione di Monique Veauté, Palazzo Grassi – Skira, 2008).
2 Competing in the Age of AI (M. Iansiti e K. Lakhani, Harvard Business School, 2019).
3 21 Lessons for the 21st Century (Y.N. Harari, Spiegel & Grau, 2018)
https://ammi.education/heritage-marketing-manager/

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