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Heritage e nuove generazioni
Serie
02 Settembre 2025

Come creare connessioni innovative

Heritage e nuove generazioni

Spiegare ai più giovani che cos’è il corporate heritage è un’impresa complessa. Non perché manchino storie affascinanti da raccontare – anzi, il passato industriale e culturale delle aziende è ricco di episodi che hanno cambiato il corso della società – ma perché i codici di comunicazione non sempre coincidono. I giovani, per natura, guardano avanti: sono orientati al futuro, alla trasformazione, all’innovazione. Come trasmettere allora l’importanza della memoria d’impresa a chi è immerso in un tempo che sembra vivere solo di presente e di possibilità future?

La risposta sta nella traduzione culturale. Non basta mostrare un oggetto storico o citare un record tecnologico; occorre costruire un racconto che parli la lingua dei ragazzi. La forza dell’heritage non si trova nella nostalgia, ma nella capacità di trasformarsi in esperienza viva, in stimolo per immaginare traiettorie originali. 

Oggi i linguaggi sono digitali, immersivi, interattivi. Tecnologie come la realtà aumentata, la realtà virtuale o le piattaforme ibride permettono di far rivivere episodi storici, prodotti iconici o ambienti di fabbrica in modi che catturano l’attenzione di chi è cresciuto tra videogame e social media. 

Il nodo non è solo tecnologico,  ma anche culturale e professionale. Il senso del passato non si comunica imponendo un ricordo, bensì mostrando come certi gesti pionieristici, certe scelte visionarie o certe sfide affrontate in epoche diverse siano i semi che oggi germogliano nelle innovazioni del presente.

Qui entra in gioco un altro elemento fondamentale: la formazione di nuove figure professionali. La valorizzazione dell’heritage – culturale e d’impresa – non può più basarsi solo su curatori, archivisti o tecnici specializzati in singole discipline. Servono professionisti con competenze trasversali, capaci di muoversi tra ambito tecnologico, umanistico, conservativo e logistico. Esperti che sappiano leggere un documento d’archivio, ma pure digitalizzarlo e renderlo fruibile; che conoscano le esigenze della conservazione, anche organizzando e gestendo i flussi di lavoro oltre alle opportunità delle tecnologie immersive e della comunicazione digitale.

Oggi, alcune realtà #ITS si stanno muovendo proprio in questa direzione, progettando percorsi formativi dedicati alla gestione e valorizzazione del patrimonio culturale e aziendale. È una risposta concreta alle linee guida europee e alle raccomandazioni del progetto CHARTER.EU European Cultural Heritage Skills Alliance, che sottolinea la necessità di superare tassonomie statiche di ruoli per puntare invece su competenze dinamiche, interdisciplinari, adattabili.

Made In Heritage opera entro questa prospettiva: promuovere il corporate heritage significa anche contribuire a creare un ecosistema di competenze nuove, in grado di garantire la trasmissione della memoria come valore vivo, utile e sostenibile per il futuro.

 

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